12 aprile 2022 – Arcangeli chiama Brunetta a testimoniare contro la schwa
Il Prof. Arcangeli, estensore della cosiddetta petizione contro la schwa, torna a scrivere su Domani e, questa volta, chiama in causa il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta.
Arcangeli cita «una risposta del ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta a un’interrogazione parlamentare in materia presentata dal senatore Mario Pittoni, vicepresidente leghista della commissione Cultura di palazzo Madama»:
Nel rinviare a un elenco di documenti prodotti dal Dipartimento della funzione pubblica del ministero per la Pubblica amministrazione, in particolare a due direttive del 2005 (“Direttiva sulla semplificazione del linguaggio delle pubbliche amministrazioni”) e del 2007 (“Misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche”), il ministro Brunetta fa notare come in nessuno di quei documenti venga «fatto riferimento alla possibilità di impiegare la desinenza neutra schwa a fini inclusivi, non discriminatori e non definitori di genere».
Caro Prof. Arcangeli, caro Ministro Brunetta: prima della direttiva del 2007 (“Misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche”) e ancor prima, prima del 1986, quando Alma Sabatini curò per la Presidenza del Consiglio dei Ministri la pubblicazione de Il sessismo nella lingua italiana, neppure il genere femminile era tutelato nelle comunicazioni della Pubblica Amministrazione.
Ciò non significa, tuttavia, che prima di tali date non fosse giusto e necessario tutelare la parità di entrambi i generi binari: solo che mancava ancora una presa di posizione ufficiale delle entità preposte.
Ecco: è dove siamo oggi per quanto riguarda le identità non binarie. Il fatto che manchi ancora una determina ministeriale non significa che non sia giusto e necessario tutelarle.