12 novembre 2021 – Viola Di Grado su Domani: “Lo schwa divide chi vuole liberare o imbrigliare il mondo”

13 Novembre 2021 Off Di Italiano Inclusivo

Dopo alcuni articoli decisamente reazionari sul tema a noi caro, Domani ha finalmente iniziato a correggere il tiro concedendo il contraddittorio, a partire da un articolo di Manuela Manera di cui abbiamo già parlato.

Ora, con un altro articolo a firma di Viola Di Grado, il contraddittorio prosegue.

L’autrice non nasconde la sua simpatia per la nostra proposta ed evidenzia che l’italiano è una lingua più conservatrice, ad esempio, dell’inglese, motivo per il quale ogni sperimentazione linguistica è più sfidante e percepita come più minacciosa.

L’accademia della Crusca ha definito lo schwa «inaccettabile»: «Non esistendo nel repertorio dell’italiano standard», argomenta il linguista Paolo D’Achille, «non vediamo alcun motivo per introdurlo». Eppure lo schwa è nato proprio per descrivere qualcosa di ineffabile, di non appartenente alla grammatica tradizionale […]

E prosegue con una denuncia esplicita:

Ma cosa avrà mai di tanto oscuro da essere percepita da certi linguisti come una minaccia? Sarà forse che dietro la sua oscurità si nasconde un’altra oscurità, quella del vizio di non voler cambiare, di aggrapparsi a un vecchio mondo nitido e riconoscibile, in cui si ragiona per opposti, in bianco e nero? Cos’è, per gli italiani, davvero “inaccettabile”: introdurre una vocale che ci metterebbe al passo con le possibilità espressive di altre lingue o introdurre i diritti umani che ci metterebbero al passo con altri paesi?

Conclude affermando che

I detrattori del povero schwa, questa letterina capovolta che non vuole imporci altro che la sua discreta neutralità, si accaniscono sul dito anziché sulla luna, sulla vocale anziché sul problema.

Perché in effetti, da questo articolo e da tanti altri che stanno uscendo sul tema, diventa sempre più evidente che quello della schwa non è un problema linguistico, o comunque non principalmente: è un problema sociologico, un problema di adeguamento alla società che cambia, un problema di visibilità e narrabilità paritaria per tuttɜ, a prescindere dalla loro identità di genere e, non ultima, la paura della perdita di un privilegio finora riservato a uno solo dei due generi binari. E sono queste le questioni che, forse, fanno così tanta paura da scatenare un’opposizione così feroce.