Chi lo usa

Oltre all’uso individuale da parte di sempre più persone interessate a tematiche di non binarismo e linguaggio inclusivo, l’italiano inclusivo è stato adottato per la redazione di libri, siti web, fumetti e perfino videogiochi.

Libri

(In questa sezione elenchiamo alcuni libri che fanno uso estensivo della declinazione inclusiva. Per altri libri che menzionano la schwa per la declinazione inclusiva, sia pure senza utilizzarla diffusamente nell’opera stessa, vedere la sezione Libri in Dove se ne è parlato).

Il contrario della solitudine

Il contrario della solitudine – Manifesto per un femminismo in comune, di Márcia Tiburi, trad. di Eloisa Del Giudice, ed. effequ, Firenze, 2020

Dalla nota a pag. 23:

Per identificare il genere non binario nel libro si è scelto l’utilizzo della schwa, vocale indistinta che nell’alfabeto fonetico internazionale viene identificata col simbolo ǝ. Il simbolo, scelto in luogo delle altre varianti *, u, _, z, @, è stato scelto a partire dal dibattito attualmente in corso prendendo spunto dalla proposta di Vera Gheno formulata nel suo Femminili signolari (effequ, Firenze 2019).

In quest’opera, pertanto, la casa editrice ha scelto di rendere la forma inclusiva portoghese (nonché spagnola) todes con la schwa: tuttǝ, e questa forma viene utilizzata in vari punti del testo. Come in altri casi, anche in questo testo non viene utilizzata la forma plurale con la schwa lunga: ɜ.

La casa editrice effequ ha anche dichiarato ufficialmente in un post sulla sua pagina Facebook di rendere sua norma editoriale la proposta di uso della schwa menzionata da Vera Gheno (ne parliamo anche più estesamente nella sezione Libri della pagina Dove se ne parla).

Star Wars: Last Shot

Star Wars: Last Shot, di Daniel José Older, trad. di Lia Desotgiu, ed. Mondadori, 2019

Da una nota dell’editore nell’opera stessa:

Nel testo originale inglese, Taka Jamoreesa è un personaggio di genere non binario: non si identifica né come uomo, né come donna. Per rendere nel modo più fedele l’intenzione linguistica dell’autore nella traduzione in italiano (lingua che non contempla il genere neutro né pronomi specifici) si è qui deciso di creare articoli e aggettivi ad hoc terminanti con il simbolo ə (schwa), che indica una vocale centrale media equidistante dalle consuete o e a.

Nell’originale inglese, infatti, per Taka Jamoreesa vengono usati i pronomi they/them, forma inclusiva ormai diffusa nei paesi di lingua inglese; eppure nelle traduzioni in francese e spagnolo è statǝ resǝ come fosse di genere maschile a tutti gli effetti, suscitando le giuste ire dell’autore, Daniel José Older, che ha espresso il proprio disappunto via Twitter (qui e qui) e questo nonostante il traduttore francese avesse proposto all’editore di utilizzare almeno il pronome inclusivo iel.

Per la traduzione in italiano, in un primo momento si era pensato di risolvere la questione evitando pronomi e declinazioni di genere, ma, come sappiamo, non è sempre possibile (il pilota? La pilota? Il giovane umano o la giovane umana?) a meno di non rendere estremamente farraginoso e poco scorrevole il testo (la persona che pilota? L’appartenente alla specie umana?).

Giulia Poerio, la persona incaricata della revisione e della cura del volume, ha quindi suggerito di utilizzare la schwa e, dopo qualche scambio di idee in redazione, la proposta è stata accettata.

Nella traduzione italiana, quindi, compaiono espressioni come “lə giovane pilota”, “vi farà comodo che io sia vivə e in forma”, “questə ragazzinə”:

Han e Lando tornarono a voltarsi verso lə pilota. «Quanti anni hai, dodici?» chiese Han.

«Ventuno.»

Lando scosse la testa. «Ai tempi eri natə a malapena. Qual è il tuo vero nome?»

Lə pilota fece scivolare attraverso il tavolo una scheda con le sue credenziali. Lando la prese e la fece analizzare dal suo datapad.

Star Wars: Solo

Star Wars: Solo, di Mur Lafferty, trad. di Lia Desotgiu, ed. Mondadori, 2020

La scelta della curatrice di Star Wars: Last Shot è stata poi replicata nella novelization di Solo, in questo caso per un’alienǝ asessuatǝ per lǝ quale ancora una volta, in inglese, vengono usati i pronomi they/them:

Una delle figure alte dietro a Kilmo fece un passo avanti. Sembrava un alieno sabetue, magro, anzi scheletrico, con la pelle del bianco raro e puro che indicava l’assenza di genere sessuale. Han non aveva mai visto unə sabetue biancə ma, indipendentemente dal colore, gli sembrava una buona idea tenere d’occhio gli artigli. Era meglio non avere mai a che fare con quegli artigli, che fossero sulle mani o sui piedi. Mai. Proprio mai.

Siti web

Treccani

Nel febbraio 2021 è stato pubblicato, sul portale Treccani, nell’ambito del suo magazine online Il Chiasmo, il primo articolo interamente scritto in italiano inclusivo, di Alessio Sacha Giordano.

Intersexioni

Da anni il sito intersexioni, che si occupa, fra l’altro, di tematiche di intersessualità, sessismo, violenza di genere, omo-transfobia e diritti delle minoranze sessuali, delle persone omosessuali e transgender, ha scelto di usare l’italiano inclusivo per molti dei suoi articoli.

Fumetti

Sio

Sio, il fumettista autore, fra gli altri, di Scottecs, ha usato la schwa per uno dei poster di Lucca Comics and Games, che quest’anno cambia nome in Lucca Changes.

Dice Sio:

Ho pensato di rappresentare il cambiamento tramite l’evoluzione che stiamo pian piano, ma inesorabilmente, avendo finalmente nella nostra lingua Italiana. Le parole sono importanti, e servono più parole inclusive per parlare a ognunǝ di noi. La schwa è un tassello importante di questo discorso che è giusto che si abbia pubblicamente e sempre di più. Serve un italiano inclusivo.

Sio ha pubblicato questo poster sulla sua bacheca Facebook riproposto, ovviamente, anche sulla pagina Facebook di Lucca Comics & Games.

Zerocalcare

Anche Zerocalcare utilizza la schwa per parlare di una persona non binaria, anche se di sfuggita, nel suo fumetto “La dittatura immaginaria” uscito su Internazionale, n. 1409, 14/20 maggio 2021 (pag. 74).

Estratto di un fumetto di Zerocalcare contenente il testo:

Jenus

Potrebbe essere un cartone raffigurante una o più persone, barba e testo

Anche Jenus ha usato la schwa in senso esplicitamente inclusivo in un suo post su Facebook.

Comunicazioni istituzionali

Comune di Castelfranco Emilia

Il Comune di Castelfranco Emilia utilizza la schwa (anche se senza distinzione fra singolare e plurale) in alcuni suoi post sulla sua pagina Facebook, come dichiarato e spiegato anche esplicitamente in questo suo post:

Da diverse settimane avete visto comparire in alcuni nostri post il simbolo presente nella card, la schwa, ǝ, a chiusura di alcuni termini usati. […]

Il rispetto e la valorizzazione delle differenze sono principi fondamentali della nostra comunità e il linguaggio che utilizziamo quotidianamente dovrebbe rispecchiare tali principi.

Ecco perchè vogliamo fare maggiore attenzione a come ci esprimiamo: il linguaggio infatti non è solo uno strumento per comunicare, ma anche per plasmare il modo in cui pensiamo, agiamo e viviamo le relazioni.

Ecco perché abbiamo deciso di adottare un linguaggio più inclusivo: al maschile universale (“tutti”) sostituiremo la schwa (“tuttə”), una desinenza neutra.

Questo non significa stravolgere la nostra lingua o le nostre abitudini, significa fare un esercizio di cura e attenzione verso tutte le persone, in modo che si sentano ugualmente rappresentate.

È un passo importante verso uno dei nostri obiettivi: una società e una comunità inclusiva, equa e coesa!

Eventi

Lucca Changes

Lucca Changes, già Lucca Comics & Games, ha utilizzato l’italiano inclusivo per le categorie dei Lucca Comics Awards:

In accordo ai valori di comunità e inclusione che Lucca Changes ha fatto propri fin dalla dichiarazione d’intenti dei 10+1 Dreamers, anche le categorie dei Lucca Comics Awards sono state riformulate in un linguaggio più inclusivo con l’uso del simbolo ǝ (schwa).

Videogiochi

Neo Cab

Neo Cab, un videogioco lǝ cui protagonista è una persona non binaria, è stato tradotto in italiano usando la schwa per la declinazione non binaria dei dialoghi in cui ci si riferisce a lǝi.